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Tariffe traduttori italiani
Thread poster: FGHI (X)
Daniele Martoglio
Daniele Martoglio  Identity Verified
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Il successo delle politiche di coesione della UE ;) Jul 9, 2009

r_cantillo wrote:

(...) Per me è molto più facile dire prendo 8 o 10 Euro a cartella (che significa più o meno 500 parole)



Marie-Hélène Hayles wrote:

Raffaella, con le tariffe così ti fai solo male. Non parlo del male alla professione, ma proprio il male che tu fai a te stessa. Dici di avere un dottorato, di avere 10 anni di esperienza e di avere pure delle credenziali, e ti accontenti di una tariffa che ti darebbe un reditto netto più bassa di quello che prenderesti lavorando in un supermercato?


500 parole sono circa 2 cartelle, nel senso comunemente inteso (diciamo in genere da 1500 caratteri). 8/10 EUR per 2 cartelle, è 4/5 EUR a cartella.

Quando in Polonia è scoppiato lo scandalo delle leggi comunitarie tradotte con molti errori da una agenzia di traduzioni polacca - e notate che la traduzione in polacco di una legge ha a sua volta valore di legge - in vari forum si raccontavano storie da brivido, gente che aveva lavorato li, scriveva che questa agenzia assumeva "tirocinanti" che durante il tirocinio traducevano la legislazione UE in polacco... Scherzavano che potevano permettersi solo gli studenti del primo anno di lingue, perchè per quanto volevano pagare quelli del secondo anno erano troppo cari

Ebbene parlavano scandalizzati delle tariffe pagate, che erano intorno a 4/5 EUR a cartella...

Vedo che la politica di coesione dell'Unione Europea va a gonfie vele, se una rappresentante di un paese con PIL pro capite* 36'000 USD considera accettabili tariffe che sono considerate inaccettabili da rappresentanti di un'altro paese con PIL pro capite 11'000 USD.

* In realtà comparato al potere d'acquisto, il PIL (PPA) pro capite dell'Italia è "solo" il 170% di quello della Polonia...


 
Cecilia Civetta
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Sorry Jul 9, 2009

r_cantillo wrote:

E poi come si dice in inglese I can't be bothered to think 'per word' it's way too boring! Ci vorrebbe un sware fatto apposta per calcolare a parola ma poi se si corrompe sono guai..any suggestions? Yours for translational accuracy:)

Raffaella


What?


 
Silvia G. (X)
Silvia G. (X)
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Bella metafora! Jul 9, 2009

Giuliana Buscaglione wrote:

Parlando di traduttori italiani nel senso di coloro che lavorano con la lingua italiana, ma non risiedono necessariamente in Italia: non so, io mi muovo nell'orto finanziario e il mercato italiano avrebbe della bella verduretta da boutique di Via della Spiga da trasformare per il consumo, ma se la procura e la colloca a prezzi da penny market, cosicché raramente partecipo e io ci vendo le mie fragole di bosco d'Oltralpe.


Bella e chiarissima la metafora delle fragole d'Oltralpe

Comunque, tra le altre cose che non capisco dell'intervento di Raffaella: perché deve essere in principio negativo se un cliente mi contatta per lavori brevi? Può essere soddisfatto del mio lavoro e ricontattarmi per lavori più corposi..basta eventualmente applicare una tariffa minima..no?


 
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
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Poche idee ma ben confuse... Jul 9, 2009

r_cantillo wrote:

salve, io credo che 0.18 a parola/source non è male ma vi vorrei chiedere visto che siamo in argomento: perchè prezzare a parola e non, come è molto più comodo fare, a pagina? Per me è molto più facile dire prendo 8 o 10 Euro a cartella (che significa più o meno 500 parole) che inoltre sottolinea il fatto che per meno di una cartella non tradurrei proprio. Voglio dire non è anche più serio? Anche perchè così si creano anche delle distinzioni importanti tra i tipi di traduzioni e di prestazioni e si da più spazio anche agli altri; se io non traduco mai meno di 500 parole (ossia non mi impegno per lavori meno ingenti) significa che se un cliente ha bisogno di tradurre brevi frasi o frammenti di testo si rivolgerà a qualcun altro, che a sua volta guadagnerà- si chiama settorializzazione della professione. Cosa c'entrano le tariffe: c'entrano perchè se io dico 0, 10 a parola il cliente che visita la mia pagina pensa che io sia disponibile anche a tradurre testi più brevi, mentre invece no. Certo nel frattempo ha avuto modo di guardare il mio profilo e quindi ho acquistato dal punto di vista della mia immagine professionale, ma il cliente ha perso tempo perchè non ha trovato il tipo di traduttore che cercava. Voi che dite? E poi come si dice in inglese I can't be bothered to think 'per word' it's way too boring! Ci vorrebbe un sware fatto apposta per calcolare a parola ma poi se si corrompe sono guai..any suggestions? Yours for translational accuracy:)

Raffaella


Come sa bene chiunque abbia lavorato seriamente per anni in questo settore, il calcolo delle tariffe varia a seconda dei paesi e dei clienti. Non ci si sveglia una mattina decidendo di calcolare a parola, a cartella, a riga, a virgola mancante o a paragrafo rientrante. Sono consuetudini che variano da cliente a cliente e da paese a paese. Nessuna è considerata più o meno seria dell'altra. Sarebbe come considerare il sistema metrico più serio di quello inglese, tanto per fare un esempio stupido...
Da anni, inoltre, in Word, esiste un semplicissimo strumento per il calcolo delle parole, dei caratteri, ecc. Esistono anche freeware che fanno questo e molto altro (es. Freebudget).


 
Christel Zipfel
Christel Zipfel  Identity Verified
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A proposito di serietà del calcolo Jul 9, 2009

Secondo me, è più giusto il calcolo a volume, cioé a caratteri, righe o cartelle che sia, rispetto a quello a parole che oltrettutto varia a seconda delle lingue. Ed è quello che io uso nel 95% dei casi. Non direi che uno è più serio dell'altro, dipende dalle abitudini e soprattutto dagli accordi con i clienti.

Comunque, non ho capito come si può arrivare a 500 parole (o erano 900??) a cartella. Da quanto mi risulta, una cartella viene misurata a caratteri il cui numero può
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Secondo me, è più giusto il calcolo a volume, cioé a caratteri, righe o cartelle che sia, rispetto a quello a parole che oltrettutto varia a seconda delle lingue. Ed è quello che io uso nel 95% dei casi. Non direi che uno è più serio dell'altro, dipende dalle abitudini e soprattutto dagli accordi con i clienti.

Comunque, non ho capito come si può arrivare a 500 parole (o erano 900??) a cartella. Da quanto mi risulta, una cartella viene misurata a caratteri il cui numero può variare (nei testi letterari è maggiore). Almeno questo metro ha il vantaggio di essere uguale per tutte le lingue. Ma si è mai vista una cartella da 500 o anche 900 parole? Una pagina può contenere un numero indefinito e praticamente infinito di parole, a seconda del corpo tipografico e della larghezza dei margini. Una cartella mai, perché è un'unità ben definita che contiene un determinato numero di caratteri. Per contenere 500 parole, dovrebbero essere tutte composte massimo da due lettere soltanto più gli spazi, cosa abbastanza improbabile...

O devo rivedere le mie convinzioni?

[Bearbeitet am 2009-07-09 19:21 GMT]
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Emanuela Casola
Emanuela Casola  Identity Verified
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Lavorare per sé o per gli altri? Jul 17, 2009

FGHI wrote:

come avevo scritto in un post precedente, mi tornano indietro preventivi da € 0,10/ parola da aziende che affermano che il prezzo è eccessivo, in Italia. Certo, non sono tutti così, per fortuna, ce ne sono molti che apprezzano la qualità, però, specialmente in questo periodo, se un'azienda si rifiuta di pagare € 0,10/parola ad un'agenzia, come fa un'agenzia a pagare €0,18 a parola al traduttore??
E poi, se c'è tutta questa abbondanza di colleghi che lavorano per noccioline (stando a quanto riportano le aziende), come fanno quelli da € 0,18 a parola per documenti di argomento generale a rimanere sul mercato? Mistero!


Cara FGHI, il fatto che ti tornano indietro i preventivi non significa che tu debba abbassare il tuo prezzo. Una delle cose più difficili da imparare nella nostra professione è l'arte della negoziazione. Ci sono molte mailing list in cui scambi costruttivi insegnano tale pratica. Si imparano molte cose: una collega per esempio raccontava di aver lavorato per anni in un'agenzia di traduzione la quale per funzionare (così come tutte le altre) deve applicare la regola di "tre", cioé moltiplicare almeno per tre la tariffa che pagano a te. Sappi quindi che tu sei l'unica a perderci perché tanto loro ci guadagnano tre volte tanto. Per sapere qual è la buona tariffa (che poi puoi commutare in numero di parole), lascia per un attimo i calcoli a parola/cartella/pagina e pensa in ore del tuo tempo che dedichi al lavoro. Pensa che in quanto essere umano meriti vacanze, due giorni a settimana liberi e le serate in famiglia. È interessante fare questo calcolo ed è un argomento di negoziazione che puoi usare con le agenzie. Non sono loro a importi il valore del tuo lavoro. Tu sai quanti diplomi, capacità e valore detieni. Se non valorizzi tu il tuo lavoro nessuno lo farà per te. E se ti fai pagare 0,06 a parola come vivi? Non puoi fare altro che lavorare giorno e notte, o essere una milleurista.
Il calcolo è facile da fare:
2000 parole X 0.06 X 20 jours de travail = 2400 EUR lordi al mese, lavorando
40H a settimana (senza contare 5 settimane di vacanza) fa 15 EUR netti all'ora.
Conta che la mia donna dei servizi ne prende 25,50 EUR/H tasse comprese e il mio meccanico 45EUR/H tasse escluse.

Un'altra collega raccontava che il marito lavora in un servizio acquisti e che gli 'acquirenti' cercano di abbassare i prezzi anche quando sono già a terra. È il loro mestiere. È considerato un modo di fare bene il proprio lavoro, ciò non significa che siano coscienti di cosa ci sia dietro i servizi che vogliono pagare a poco prezzo.
Il cliente va educato, e a volte la migliore negoziazione è perderlo e lasciare che vada a sfruttare qualcun'altro.

Ultimo aneddoto, il più interessante:
uno stagista in un'agenzia di traduzione ci ha raccontato che alla fine dell'anno conclusosi decisamente in guadagno, i collaboratori della società, tutti lindi e pinti, si sono riuniti per festeggiare con Champagne e stuzzichini in un grande hotel parigino. Ed ecco che li aspettava una sorpresa: il direttore aveva chiamato un animatore per la serata il quale aveva pensato a un gioco di "domande, risposte". L'animatore gridava a gran voce le domande nel microfono e sollecitava le risposte dei responsabili di progetto.

L'animatore: - Qual è il traduttore freelance che accetta di lavorare alla tariffa più bassa? Trenta secondi per rispondere! -

[applausi e risate]

Il responsabile di progetto: - M. X, basato a Y, accetta di abbassare fino a 3 centesimi! -

[risatine]

L'animatore: - Ottima riposta!!! Un applauso! -

[applausi].

Ti auguro di non diventare la Signora X che vive a Y.

Solo un ultimo esempio:
Un'agenzia aveva chiesto a una collega di abbassare i prezzi a causa della crisi (scusa ormai inflazionata) e lei aveva rifiutato. Dopo poco il Project Manager di quella agenzia l'ha contattata per ringraziarla di non aver accettato la riduzione e per il fatto che non aveva accordato nessuna riduzione a nessuno, quindi non stava facendo concorrenza sleale e stava mantenendo alta la testa (e le tariffe).

La tariffa che chiedi è una questione di immagine e credibilità, contribuisce anche a cambiare la percezione che si ha nei confronti della nostra professione. Pensa che spesso le agenzie di traduzione sono delle macchine per fare soldi. Non sanno neanche cosa voglia dire tradurre. Il loro unico obiettivo è il margine di guadagno. Lasciali fare e prendi le distanze. Tu stabilisci i prezzi, tu sai quanto vali, tu sai in cosa consiste il tuo lavoro.
0,06 - 0,07 non ti permettono di vivere in maniera decente, non ti permettono neanche di fare le tue ricerche con serenità, né di rileggere il testo quante volte vuoi affinché sia perfetto.
Sì, io ho qualche agenzia che mi paga 0,18-0,20 a parola.


 
gianfranco
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Agenzie e traduttori devono sapere cosa entra in una tariffa... Jul 18, 2009

Emanuela Casola wrote:
...una collega per esempio raccontava di aver lavorato per anni in un'agenzia di traduzione la quale per funzionare (così come tutte le altre) deve applicare la regola di "tre", cioé moltiplicare almeno per tre la tariffa che pagano a te. Sappi quindi che tu sei l'unica a perderci perché tanto loro ci guadagnano tre volte tanto.

Sono d'accordo con il fatto che una agenzia debba applicare un ricarico, anche sostanzioso.
Molti freelance che non hanno mai vissuto da vicino la realtà di una agenzia si sorprendono nel venire a conoscenza dell'entità di tale ricarico, che in genere varia tra 2 e a 3 volte la loro tariffa, ma questo non dovrebbe sorprendere.

Le agenzie che forniscono un vero valore aggiunto devono far pagare il loro servizio, che include tutto ciò che viene fatto prima e dopo la traduzione, e poi occorre considerare i costi fissi (locali, personale, impianti, hardware e software), il marketing (trovare clienti costa!!), le tasse, e naturalmente il dovuto margine, altrimenti al primo problema chiudono e non pagano neppure i traduttori.

Ci sono poi le agenzie o intermediari "passacarte", quelli che non forniscono quasi niente in termini di valore aggiunto. Magari anche una sola persona che lavora da casa in una camera in più, oppure le famose KTA (Kitchen Table Agencies). Ovviamente questo tipo di intermediari può permettersi ricarichi inferiori, ma non possono aspirare ai clienti che, a lato della traduzione, chiedono un vero servizio, o una serie di servizi. E' un'altra fascia di mercato, da non confrontare con le agenzie "vere" che applicano i margini indicati sopra.


Emanuela Casola wrote:
...Per sapere qual è la buona tariffa (che poi puoi commutare in numero di parole), lascia per un attimo i calcoli a parola/cartella/pagina e pensa in ore del tuo tempo che dedichi al lavoro. Pensa che in quanto essere umano meriti vacanze, due giorni a settimana liberi e le serate in famiglia.

Giustissimo. Anche io ragiono soprattutto in termini di tempo. Qualunque sia l'unità di misura del lavoro, nella mia testa io ho sempre ben presente il tempo occorrente e la produzione (fatturato) per giorno. Per valutare il costo di un lavoro non penso al fatturato mensile, o al budget annuale, penso al tempo che mi occorre, in giorni.
Trovo che la giornata sia l'unità di misura più palpabile, quella che mi consente di tenere il polso della mia produttività, che si tratti di un lavoro di due ore o di due settimane, per fare un prezzo guardo soprattutto a quanto posso produrre in un giorno, ma in questo prezzo includo, consciamente, anche i fondi per una vacanza, un corso, gli aggiornamenti, e un equo margine per gli imprevisti, non solo i soldi per la spesa giornaliera...

Mi domando quanti traduttori facciano un budget accurato di quanto costa stare in attività, incluse le tasse, gli imprevisti, i periodi di forzato non lavoro, e tutto il resto che deve essere fattorizzato nel prezzo di ogni singola ora di lavoro.
Presumo non tanti, e sono quasi certo che da ciò derivino certe tariffe che sono chiaramente insostenibili... In termini pratici, secondo me, molti traduttori lavorano in perdita e non lo sanno neppure. Infatti, il giorno che si rompe il computer sono nei guai perché non hanno i fondi per sostituirlo, se si ammalano e non lavorano per due settimane sono subito nei guai, perché non hanno tariffe sufficienti a creare un fondo di emergenza. E via di questo passo.

Giorno per giorno si può anche sopravvivere, ma questi traduttori sono come aziende (micro-aziende, ma pur sempre aziende) amministrate male, e i nodi vengono al pettine, purtroppo.
Oppure hanno dei finanziatori alle spalle (marito, moglie, genitori) che gli coprono i buchi.


Emanuela Casola wrote:
Ultimo aneddoto, il più interessante:
...snip...
L'animatore: - Qual è il traduttore freelance che accetta di lavorare alla tariffa più bassa? Trenta secondi per rispondere! -

[applausi e risate]

Il responsabile di progetto: - M. X, basato a Y, accetta di abbassare fino a 3 centesimi! -

Se questo aneddoto è vero (e spero che sia solo una leggenda metropolitana) queste persone vincono l'oscar per la volgarità!!

ciao
Gianfranco



[Edited at 2009-07-18 12:11 GMT]


 
FGHI (X)
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Grazie a tutti coloro che sono intervenuti Jul 18, 2009

Onestamente mi viene un po' da sorridere leggendo certe arringhe di alcuni colleghi, dato che, come ho potuto appurare da certi CV che ho ricevuto, molti in pubblico criticano l'approccio degli altri e poi, lontano dai riflettori, sarebbero pronti ad accettare incarichi a tariffe DAVVERO irrisorie, quindi chiudiamo pure qui, grazie a tutti quelli che sono intervenuti, probabilmente ho sbagliato io a introdurre questo argomento, ma è stato istruttivo comunque, da altri punti di vista.
Salu
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Onestamente mi viene un po' da sorridere leggendo certe arringhe di alcuni colleghi, dato che, come ho potuto appurare da certi CV che ho ricevuto, molti in pubblico criticano l'approccio degli altri e poi, lontano dai riflettori, sarebbero pronti ad accettare incarichi a tariffe DAVVERO irrisorie, quindi chiudiamo pure qui, grazie a tutti quelli che sono intervenuti, probabilmente ho sbagliato io a introdurre questo argomento, ma è stato istruttivo comunque, da altri punti di vista.
Saluti!
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Emanuela Casola
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Una migliore gestione, una migliore valutazione Jul 20, 2009

gianfranco wrote:

Mi domando quanti traduttori facciano un budget accurato di quanto costa stare in attività, incluse le tasse, gli imprevisti, i periodi di forzato non lavoro, e tutto il resto che deve essere fattorizzato nel prezzo di ogni singola ora di lavoro.
Presumo non tanti, e sono quasi certo che da ciò derivino certe tariffe che sono chiaramente insostenibili... In termini pratici, secondo me, molti traduttori lavorano in perdita e non lo sanno neppure. Infatti, il giorno che si rompe il computer sono nei guai perché non hanno i fondi per sostituirlo, se si ammalano e non lavorano per due settimane sono subito nei guai, perché non hanno tariffe sufficienti a creare un fondo di emergenza. E via di questo passo.

Giorno per giorno si può anche sopravvivere, ma questi traduttori sono come aziende (micro-aziende, ma pur sempre aziende) amministrate male, e i nodi vengono al pettine, purtroppo.
Oppure hanno dei finanziatori alle spalle (marito, moglie, genitori) che gli coprono i buchi.




[Edited at 2009-07-18 12:11 GMT]


Totalmente d'accordo con te. È questo il punto. Pochi fanno un calcolo della redditività della propria attività. O ancora peggio puntano a guadagnare quei 1000-1200 euro al mese. Ma come si fa a vivere con 1200 al mese se non si ha un marito che lavora, una mamma che paga l'affitto o un papà che passa qualcosa a fine mese? E anche se fosse, è giusto pensare in questo modo?
Quando si sceglie un lavoro, non bisognerebbe farlo con il desiderio di guadagnare il minimo sufficiente per sopravvivere, ma puntando ad un giusto compenso che permetta di vivere decorosamente.
Lavorare per 0,06 mi sembra un arrabbattarsi come meglio si può per contribuire alle spese familiari. Ma è giusto? Perché dovremmo essere pagati meno di un avvocato? Non abbiamo gli stessi anni di studio, obblighi di formazione e tasse da pagare?
Chi deve lavorare per costruire la giusta immagine e il giusto valore della nostra professione?


 
gianfranco
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Un curioso 'effetto maggioranza'... Jul 20, 2009

Emanuela Casola wrote:
Quando si sceglie un lavoro, non bisognerebbe farlo con il desiderio di guadagnare il minimo sufficiente per sopravvivere, ma puntando ad un giusto compenso che permetta di vivere decorosamente.


Infatti, ma purtroppo vedo spesso, troppo spesso, specie nei traduttori alle prime armi, dichiarazioni d'amore per l'attività del tradurre, il desiderio ansioso di voler entrare a tutti i costi in un mestiere che "amano".
Frase tipica: "Io amo tradurre, lo farei anche gratis, ma non trovo lavori..." e via sviolinando... E quando dicono "a qualunque costi", purtroppo, intendono "senza alcun riguardo per i costi".

Io mi sono sempre domandato se esiste un'altra professione i cui praticanti vadano in giro, fin dai tempi dell'università ma anche ben oltre, a dire cose del genere.
Faccio tre esempi, per non essere parziale, citando un commerciante, un artigiano e una professione liberale:

Il pizzicagnolo dice forse: "Io adoro vendere le provole, le darei via anche gratis"?
Il falegname dice mai: "Io adoro fare finestre, le farei anche gratis o sottocosto"?
Il medico dichiara: "Io adoro curare gli infermi, lo farei anche senza essere pagato."?

Attenzione, da non confondere con:
"Io adoro vendere le provole, le darei via anche senza scontrino"
"Io adoro fare finestre, le farei anche senza fattura o con fattura ridotta"
"Io adoro curare gli infermi, lo farei anche senza parcella"
(il che è più comune ma apre tutto un altro discorso, solo che ora non vogliamo divagare... )


Rientrando nel tema dei traduttori, tutto questo amore sviscerato per il lavoro, unito a una diffusa mancanza di amore (se non anche uno spiccato odio) per la gestione oculata, la carente o totale assenza di informazioni al riguardo nel tipico corso di studi linguistici, genera le tariffe selvagge e insostenibili che creano la media di mercato e che rendono difficile la gestione anche a quei pochi che, oltre a tradurre, saprebbe anche far di conto...

Insomma, se il 90-95% dei traduttori non sa formare una tariffa adeguata al servizio reso e al costo della vita, i conti non quadrano neppure agli altri...
Un curioso ma molto reale "effetto maggioranza"!!!


Emanuela Casola wrote:
Lavorare per 0,06 mi sembra un arrabbattarsi come meglio si può per contribuire alle spese familiari. Ma è giusto? Perché dovremmo essere pagati meno di un avvocato? Non abbiamo gli stessi anni di studio, obblighi di formazione e tasse da pagare?

Non vorrei essere pagato come un avvocato, visto anche che non esiste un reddito standard da avvocato, e ci sono quelli con reddito elevato come quelli che non ci campano, ma vorrei almeno essere pagato come un traduttore, per il servizio che rendo e per quello che vale.


Emanuela Casola wrote:
Chi deve lavorare per costruire la giusta immagine e il giusto valore della nostra professione?

Noi stessi, direi, magari cercando di contribuire a una maggiore coscienza generale.
Purtroppo la buona gestione, per esempio, come calcolare una tariffa equa, come gettare le basi per il futuro, e concetti simili, non possono essere trasmessi o insegnati in un forum, ma cercare di stimolare alcune persone, almeno nell'ambiente di questo sito, potrebbe essere in qualche modo utile.

ciao
Gianfranco



[Edited at 2009-07-20 19:19 GMT]


 
Emanuela Casola
Emanuela Casola  Identity Verified
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Partire dalle basi Jul 20, 2009

[quote]gianfranco wrote:


Rientrando nel tema dei traduttori, tutto questo amore sviscerato per il lavoro, unito a una diffusa mancanza di amore (se non anche uno spiccato odio) per la gestione oculata, la carente o totale assenza di informazioni al riguardo nel tipico corso di studi linguistici, genera le tariffe selvagge e insostenibili che creano la media di mercato e che rendono difficile la gestione anche a quei pochi che, oltre a tradurre, saprebbe anche far di conto...

Insomma, se il 90-95% dei traduttori non sa formare una tariffa adeguata al servizio reso e al costo della vita, i conti non quadrano neppure agli altri...
Un curioso ma molto reale "effetto maggioranza"!!!

Totalmente d'accordo.
Ho seguito una formazione molto istruttiva, tenuta da un'americana che combatte con tutte le sue energie, fino proprio ad arrabbiarsi quando qualcuno in sala risponde "Ma..", "Ma..." a tutte le idee da lei lanciate, contro i traduttori che si fanno "piccoli, piccoli" e che chiedono quasi scusa per il fatto di farsi pagare.

Attaccava senza alcuna vergogna tutti coloro che stimavano a pochi centesimi il valore del proprio lavoro. È istruttivo e confortante vedere gente che ha ancora il coraggio di dire a voce (e a testa) alta cosa pensa e soprattutto è incoraggiante e confortante vedere che lo fa nell'interesse di chi è meno capace (come me) nelle strategie marketing e nella valorizzazione del proprio tempo e del proprio lavoro.

La persona in questione diceva che il pubblico di neo-laureati le raccontava spesso che ci sono professori che iniziano il corso di studi con: "Se pensate di scegliere questa professione per guadagnare bene, toglietevelo dalla testa. Quella di traduttore è una professione terribile, mal pagata che sconsiglio a tutti".

Istruttivo vedere l'espressione di disgusto dell'animatrice nei confronti di un "professore" che insegna in questo modo.
Bisognerebbe cominciare dalle basi.

Bello vedere persone piene di entusiasmo che lavorano nel concreto per la categoria e che dicono agli altri: "Tu vali molto di più di quello che credi, inizia a farti pagare per questo, non abbassare la testa, tu sei una delle due parti della negoziazione".


 
Silvia G. (X)
Silvia G. (X)
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Hai detto una cosa verissima Jul 21, 2009

gianfranco wrote:

Infatti, ma purtroppo vedo spesso, troppo spesso, specie nei traduttori alle prime armi, dichiarazioni d'amore per l'attività del tradurre, il desiderio ansioso di voler entrare a tutti i costi in un mestiere che "amano".
Frase tipica: "Io amo tradurre, lo farei anche gratis, ma non trovo lavori..." e via sviolinando... E quando dicono "a qualunque costi", purtroppo, intendono "senza alcun riguardo per i costi".

Io mi sono sempre domandato se esiste un'altra professione i cui praticanti vadano in giro, fin dai tempi dell'università ma anche ben oltre, a dire cose del genere.
Faccio tre esempi, per non essere parziale, citando un commerciante, un artigiano e una professione liberale:

Il pizzicagnolo dice forse: "Io adoro vendere le provole, le darei via anche gratis"?
Il falegname dice mai: "Io adoro fare finestre, le farei anche gratis o sottocosto"?
Il medico dichiara: "Io adoro curare gli infermi, lo farei anche senza essere pagato."?

Attenzione, da non confondere con:
"Io adoro vendere le provole, le darei via anche senza scontrino"
"Io adoro fare finestre, le farei anche senza fattura o con fattura ridotta"
"Io adoro curare gli infermi, lo farei anche senza parcella"
(il che è più comune ma apre tutto un altro discorso, solo che ora non vogliamo divagare... )


[Edited at 2009-07-20 19:19 GMT]


Vero, l'amore incondizionato per la traduzione dichiarato da noi traduttori e soprattutto aspiranti tali è quasi fuorviante per chi vuole fare di quest'attività una professione.
Altri studenti sperano forse di trovare un lavoro in linea con i loro studi e farebbero sacrifici per arrivarci, ma diffcilmente dicono "l'idea di fare questo lavoro mi piace così tanto che sono disposto a farlo gratis". Frase comunissima tra i miei compagni di università. Il fenomeno è riscontrabile anche tra gli studenti di giornalismo. Sembra che la passione faccia passare in secondo piano il lato pratico.

Conosco tanti che hanno accettato lavori, anche a livello professionale, gratis o per noccioline (per noccioline intendo 2€ a cartella). Conosco tanti che accettano di tradurre in combinazioni e settori che non sono per nulla in grado di gestire in nome dell'esperienza.E la cosa preoccupante è che non traducono per l'amico o lo zio, ma per vere agenzie e veri committenti.

Io non ho mai creduto a questo indiscriminato infarcire il curriculum di traduzioni fatte senza ricevere un compenso. Finché non mi sono sentita in grado di chiedere una tariffa professionale semplicemente non ho tradotto. Mi sono sempre chiesta se la mia strategia fosse quella giusta. Ho aspettato gli ultimi 6 mesi di laurea specialistica per cercare un incarico di traduzione. A quel punto mi ero fatta anche un'idea del mercato e sapevo dove andare a cercare una prima esperienza professionale > nel mio caso fuori dall'Italia.
La mia prima cartella mi è stata pagata 18€ netti.
Ho aspettato, mi sono chiesta tante volte se non stavo perdendo tempo prezioso. Ora sono orgogliosa di aver tenuto duro e non aver mai lavorato gratis.
Ho solo due esperienze di traduzione nel mio curriculum invece delle 10-15 che hanno le mie compagne, ma sono esperienze per le quali ho fornito una prestazione professionale e ricevuto un compenso professionale.
Le mie compagne che hanno iniziato a tradurre gratis ancora non riescono a farsi pagare.


 
Giuliana Buscaglione
Giuliana Buscaglione  Identity Verified
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mi chiedo.... Jul 21, 2009

... come mai siamo sempre tutti d'accordo

nel forum

sul fatto che le tariffe devono tener conto di tutta una serie di fattori snocciolati con grande precisione

nel forum,

quando al lato pratico si finisce sempre per doversi confrontare con un "oh, massimo x,xy EUR" a cui tutti sembrano lavorare, centesimo più, centesimo meno?

Accidenti, proprio una bella sfortuna incappare sempre nelle agenzie "frequentate" da Pinco
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... come mai siamo sempre tutti d'accordo

nel forum

sul fatto che le tariffe devono tener conto di tutta una serie di fattori snocciolati con grande precisione

nel forum,

quando al lato pratico si finisce sempre per doversi confrontare con un "oh, massimo x,xy EUR" a cui tutti sembrano lavorare, centesimo più, centesimo meno?

Accidenti, proprio una bella sfortuna incappare sempre nelle agenzie "frequentate" da Pinco Pallino, Tizio, Caio e Sempronio che ovviamente non partecipano alle discussioni

nel forum

altrimenti avremmo già appreso che si vive perfettamente, coprendo tutte le spese e tutti i costi a x,xy EUR / parola e i nostri conti peccano evidentemente di accuratezza.

O si sbagliano i conti in eccesso o si usano due misure, una per la teoria e una la pratica

Giuliana



[Edited at 2009-07-22 13:08 GMT]
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Ana Rita Simões
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brava! Jul 21, 2009

Silvia S. wrote:
Mi sono sempre chiesta se la mia strategia fosse quella giusta. Ho aspettato gli ultimi 6 mesi di laurea specialistica per cercare un incarico di traduzione.
e mie compagne che hanno iniziato a tradurre gratis ancora non riescono a farsi pagare. [/quote]

Sono d'accordo con te. Si vede che la strada che hai scelto, pur essendo la più difficile, è quella giusta.

Io ho fatto soltanto un lavoro di traduzione gratis, per una NGO portoghese che mi piace e che so che non ha dei soldi per pagare ad un traduttore professionista. Però i testi non erano tecnici (erano notizie da mettere sul loro sito, su alcuni progetti in Africa) e mi hanno dato totale libertà di scegliere il tempo di consegna. Quindi, una cosa molto tranquilla e che in realtà non credo neanche che abbia avuto un grosso effetto sul mio CV. L'ho fatto come modo di aiutarli con le mie conoscenze, piuttosto che con i soldi che non avevo

Il problema di lavorare gratis o per noccioline è che dopo è molto difficile alzare le tariffe. Certo, il mio lavoro mi piace, ma è anche stancante e dopo un po' questi "appassionati" si rendono conto che tradurre giorno dopo giorno non è poi così bello se alla fine si guadagna meno di una colf. E lì, quando decidono finalmente di chiedere una tariffa professionale, le porte si chiudono.

Io da quando mi sono laureata e ho cominciato a tradurre, ho stabilito il mio limite e non vado oltre quello. Tanto ci sarà sempre qualcuno che offrirà di meno!!


 
dropinka (X)
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È proprio quello che penso anch'io Jul 21, 2009

o si usano due misure, una per la teoria e una la pratica


e che mi pare sia condiviso anche dalla collega che ha aperto il filone.

Claudia


 
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